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Confcommercio: “Negoziare per evitare effetti sconvolgenti sull’economia”
Una minaccia imminente incombe sull’economia della provincia di Pisa. La potenziale reintroduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti pende come una spada di Damocle minacciando di soffocare l’export locale. La Toscana, e di conseguenza Pisa, presenta una significativa esposizione a tali misure, data la rilevante incidenza di settori strategici come l’agroalimentare, il manifatturiero e la meccanica strumentale nel proprio interscambio commerciale con gli Stati Uniti.
Un’analisi di Prometeia rivela la cruda verità: la Toscana è tra le prime regioni italiane per valore delle esportazioni a rischio dazi, posizionandosi accanto a giganti come Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto. Pisa, con la sua specializzazione intensiva nei comparti più vulnerabili e una dipendenza quasi totale dal mercato nordamericano, è in prima linea.
“Le misure protezionistiche annunciate al 30% non suonano come una semplice minaccia, ma una sentenza che potrebbe avere ripercussioni catastrofiche sul tessuto produttivo toscano e pisano, rendendo non solo urgente, ma assolutamente necessaria una strategia aggressiva di diversificazione dei mercati e un rafforzamento drastico della competitività internazionale delle nostre imprese” dichiara il presidente di Confcommercio Provincia di Pisa Stefano Maestri Accesi.
“Tra gli aspetti che più ci preoccupano è la perdurante incertezza che da mesi accompagna gli annunci e l’applicazione dei dazi, con tutta una serie di incognite che purtroppo causano danni uguali, se non superiori, ai dazi stessi. L’economia prolifera solo grazie alla fiducia e la fiducia non va assolutamente d’accordo con l’incertezza”.
“Gli Stati Uniti, sono uno dei pilastri dell’export pisano, avendo assorbito nel 2024 un 8,2% delle esportazioni provinciali, per quasi 280 milioni di euro. Sebbene l’ultimo decennio abbia mostrato una crescita apparente, con un aumento del 47% delle vendite estere verso gli Usa, da 189 milioni a 278 milioni di euro, l’andamento recente è allarmante. Il picco di 331 milioni nel 2022 è stato un’illusione, con una diminuzione del 6,7% nel 2024, una dinamica meno che sostenuta rispetto alla crescita nazionale (+218%) e toscana (+338%) nello stesso periodo”.
“Questo declino è un segnale premonitore che non possiamo ignorare” – aggiunge il presidente di Confcommercio – “La domanda statunitense per il “made in Pisa” è concentrata in pochi settori. I mezzi di trasporto (61 milioni nel 2024), il vino (26 milioni) e la meccanica (macchine di impiego generale con 23 milioni e macchine agricole con 20 milioni) sono i nostri punti di forza, ma anche i nostri talloni d’Achille. Se questi settori chiave dovessero essere colpiti da dazi di queste dimensioni, le conseguenze sarebbero devastanti. Ancora più preoccupante è la situazione nel sistema moda, in particolare per le calzature. L’export verso gli Stati Uniti è crollato da 65 milioni di euro nel 2014 a soli 19 milioni attuali, una diminuzione vertiginosa che evidenzia la fragilità delle nostre catene di approvvigionamento e la nostra dipendenza”.
“In questo scenario, le rinnovate tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea rappresentano l’ultima goccia e l’effettiva introduzione di dazi al 30% suonerebbe come un colpo mortale per le esportazioni italiane e locali” afferma il direttore generale di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli. “L’assenza di un accordo equivarrebbe a una condanna per le esportazioni pisane e a pagare dazio sarebbero soprattutto le le piccole e medie imprese, le prime vittime di questa guerra commerciale, con margini minimi per assorbire i costi aggiuntivi o diversificare i mercati”.
“Negoziare, negoziare e ancora negoziare” è l’accorato appello che Confcommercio rivolge al Governo “questa deve essere la parola d’ordine, in questa fase è fondamentale che tanto da Roma quanto da Bruxelles venga esplorata ogni possibile strada per raggiungere un accordo in grado di evitare impatti sconvolgenti sulla nostra economia”.
CONFCOMMERCIO PISA
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