Repubbliche Marinare: Comitato cittadino al lavoro per la 69esima edizione

Nei giorni scorsi la prima riunione operativa a Palazzo Gambacorti Si è tenuta nei giorni scorsi a Palazzo Gambacorti la prima seduta del rinnovato Comitato cittadino delle Repubbliche Marinare. All’ordine del giorno l’organizzazione della 69esima edizione dell’appuntamento e l’avvio del lavoro di programmazione delle attività per il mandato 2023-2028. L’assessore alle tradizioni della storia e dell'identità di Pisa ha fatto il punto sull’organizzazione dell’edizione del 2024 e sulle problematiche emerse in sede di Comitato generale in merito all’individuazione della data della manifestazione. Al momento l’appuntamento è previsto per il 14 settembre a Genova ma Venezia ha espresso delle perplessità su questa data perché nello stesso giorno è in programma anche la Regata di Burano. L’assessore allo sviluppo sportivo delle regate ha invece affrontato gli aspetti tecnico-sportivi dell’evento, illustrando le principali novità di quest’anno. Per la prima volta gli atleti possono utilizz

O PISA MUNIFICA " SALVA " LA ROCCA DI SAN PAOLINO DI RIPAFRATTA

 Il castello di Ripafratta, noto anche come la rocca di San Paolino, è un castello medievale situato sul colle Vergario, che sovrasta il paese di Ripafratta (PI). 1 Posizione strategica Il paese di Ripafratta si trova al confine tra le città di Lucca e Pisa, e lungo la loro principale via di comunicazione, un tempo nota con il nome via Æmilia Scauri, poi via Julia Augusta e strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero, oggi SRT12. Il castello domina la valle del Serchio: tale posizione ha permesso a lungo il controllo sui traffici terrestri e fluviali fra le città rivali di Lucca e Pisa. Ripafratta, infatti, si è sviluppata inizialmente intorno al presidio doganale. 2 Architettura La rocca è caratterizzata da un recinto a pianta poligonale irregolare, occupato al centro dal mastio quadrangolare, e da altre due torri adiacenti alle mura. 3 Storia 3.1 Costruzione e primi secoli Il colle Vergario è da sempre sede di attività umane, anche abitative, fin dall'Età del Ferro. Lo testimoniaDisegni in pianta e sezione del sistema difensivo di Ripafratta in “Georges Rohault de Fleury, La Toscane au Moyen Age: Architecture civile et militaire, vol. 1, Paris 1873” no alcuni dei riscontri archeologici di origine preistorica, etrusco-ligure e romana rinvenuti durante un'intensa campagna di scavi negli anni '80 del 1900.[1]. L'intera zona tra Lucca e Pisa, in particolare quello attualmente conosciuto come lungomonte sangiulianese, divenne in epoca alto-medievale un territorio ricco di strutture civili, militari e religiose di epoca e fattura romanica: pievi, torri di avvistamento e di controllo, piccoli villaggi, numerosi mulini ad acqua, eremi e monasteri situati sui monti sovrastanti. Un sistema feudale piuttosto regolamentato, nel quale le due città di Lucca e Pisa si contendevano la supremazia, con accordi o guerre, subendo e assecondando le influenze dei rispettivi vescovi e della sovranità imperiale. 1 2 4 SITUAZIONE ATTUALE In questo contesto è nata la Rocca di Ripafratta. L'antica torre originaria presente sul colle Vergario (tuttora al centro del castello) risale almeno al 970, ma la presenza di un edificio di quel tipo è probabilmente anteriore. La rocca propriamente detta, intitolata a San Paolino patrono di Lucca, è stato costruita dalla Consorteria dei Da Ripafratta, nobili locali, inizialmente feudatari del vescovo lucchese. Con l'edificazione di una vera e propria struttura castellana, la famiglia intendeva rafforzare ed estendere il proprio controllo sul territorio strategico di Ripa, piccolo villaggio dipendente ecclesiasticamente dalla pieve lucchese di Montuolo, situato in una zona favorevole per la riscossione dei pedaggi stradali e fluviali. Ma proprio tale imposizione di gabelle causò i primi scontri con i lucchesi, che nel 1104 mossero guerra ai Da Ripafratta e conquistarono la Rocca. I nobili, che non avevano certo la possibilità di opporsi, chiamarono in aiuto i pisani, tornati da poco dalla Sardegna, che mossero guerra a Lucca e recuperarono Ripafratta. I lucchesi si fecero di nuovo avanti un anno dopo, nel 1105, ma furono di nuovo sconfitti. Si arrivò ad una prima pace grazie all'intervento dell'autorità imperiale, la quale sentenziò anche la legittimità dei dazi imposti dai nobili di Ripafratta e che il luogo fosse sottoposto all'influenza pisana. Nel 1109 l'avvicinamento con Pisa segnò un ulteriore passo, con l'atto di donazione da parte dei Da Ripafratta all’arcivescovo di Pisa di parte del castello. Con tale atto, i Da Ripafratta si obbligavano di fatto a riconoscere l'autorità della Chiesa pisana, a non nominare il castellano della Rocca senza l’approvazione dell’arcivescovo, e a non permutare il feudo con il Comune o la Chiesa di Lucca. I frequenti conflitti tra le due città confinanti spinsero quindi il Comune pisano a fortificare ulteriormente la Rocca e il borgo, e costruire un più esteso sistema di difesa che si estendeva sui monti circostanti, con torri di avvistamento (le due superstiti sul versante di Ripafratta sono denominate Niccolai e Centino) e con una torre-porta a sbarramento della strada pedemontana (sopravvissuta fi- no alla seconda guerra mondiale). Negli anni 1162-1164, quindi, la fortificazione fu ingrandita e trasformata in una vera e propria Rocca castellana. A questo periodo risale anche l'ulteriore cerchia muraria concentrica che proteggeva il piccolo borgo a ridosso del castello, antico nucleo dell'odierna Ripafratta. Di questa cerchia muraria, rimangono oggi visibili solo pochi resti. 3.2 Guerre tra Comuni I conflitti tra le due città confinanti videro sempre più spesso Ripafratta al centro delle operazioni militari, di difesa o di conquista. Il castello fu spesso ceduto o occupato per patti, o preso come bottino di guerra. Il castello di Ripafratta, dopo la guerra fra Pisa e Firenze terminata nel 1254 con la rotta pisana di San Savino, passò in mano fiorentina come risarcimento di guerra. I Da Ripafratta dovettero vedere a malincuore la propria fortezza in mano ai Fiorentini, i quali poi la regalarono addirittura agli alleati Lucchesi. Ma il 24 settembre del 1261 i Pisani mossero di nuovo guerra e recuperarono la Rocca; per garantirne l'incolumità vi installarono anche un certo numero di soldati. Nel 1314 Ripafratta fu il luogo di uno dei tanti trattati di pace tra le due potenze nemiche, al termine della guerra di conquista da parte dei Pisani, guidati dal capitano del popolo Uguccione della Faggiola. 3.3 Dominio fiorentino e ampliamento Il castello è stato conteso nel corso dei secoli, anche con assedi e aspre battaglie, dalle potenze pisana e lucchese, prima di passare definitivamente in mano fiorentina. Con l’avvento della polvere da sparo Firenze avviò un'opera di colossale ristrutturazione del castello, con l'obiettivo di aggiornarlo alle nuove esigenze belliche. Nel 1504 il grande architetto militare Giuliano da Sangallo, forse in collaborazione con Leonardo da Vinci, sviluppò un progetto di adeguamento e ristrutturazione. Furono cimate le torri medievali e vennero avviate profonde modifiche strutturali, come la costruzione di ampie scarpe addossate alle mura e di rivellini contrapposti, questi ultimi delegati alla difesa dell’unica porta d’accesso. 3.4 Decadenza Con il mutare delle condizioni politiche e con la “pacifi- cazione” imposta dal dominio fiorentino, la Rocca perse gradualmente importanza. Per secoli aveva presidiato un confine che adesso non necessitava più di difesa: già nel 1607 il castello risultava abbandonato. Nel 1628 venne allivellata ad Orazio Angelini, “ad uso d’orto con piantarci de’ frutti e viti”; nel 1678 il livello passò al fattore della tenuta granducale di Collesalvetti, che dopo pochi mesi lo cedette ai Roncioni, discendenti dei Da Ripafratta. 4 Situazione attuale La Rocca è tuttora proprietà privata, soffocata dalla vegetazione ed in attesa di urgenti interventi di messa in sicurezza, conservazione e restauro. Gli stessi rinvenimenti archeologici, affiorati con gli scavi negli anni '80, sono stati gravemente danneggiati dall'incuria. Un importante progetto di recupero e valorizzazione turistica ad opera del Comune di San Giuliano Terme e della Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa, siglato nel 2008, è fallito prima ancora di arrivare alla fase progettuale a causa di dissidi con le proprietà private.[2] Nel settembre 2011 a Ripafratta si è tenuta una grande manifestazione, a cui hanno aderito tutte le associazioni del territorio, per chiedere la salvaguardia del monumen- 3 to e per reagire alla situazione di stallo. Come conseguenza della manifestazione, pochi mesi dopo, nel 2012, gli abitanti di Ripafratta hanno fondato l'associazione “Salviamo la Rocca”[3]. Nel 2013 l'associazione ha chiesto formalmente al Comune di San Giuliano Terme di riaprire un percorso che possa portare alla messa in sicurezza del bene storico. Per sostenere tale richiesta, il 31 agosto e 1º settembre 2013 si è tenuta una nuova manifestazione a Ripafratta. Il 7 dicembre 2013, durante un evento organizzato dall'associazione “Salviamo la Rocca” a San Giuliano Terme, l'assessore all'urbanistica del Comune ha annunciato che l'amministrazione ha iniziato nuove trattative con i vari privati coinvolti e ha ripreso i contatti con la Fondazione Pisa per arrivare ad un progetto di recupero entro il 2014[4]. Tali trattative non hanno avuto esito positivo. Nel 2014 la nuova amministrazione comunale del sindaco Sergio Di Maio ha ripreso in mano il progetto, avviando fruttuose trattative con i privati che hanno portato a nuovi accordi, come riportato in consiglio comunale l'11 marzo 2015[5]. Accordi che ancora non sono ancora stati formalizzati. 5 Note [1] F. Redi, Medioevo vissuto. Primi dati sulla cultura materiale del castello di Ripafratta, Giardini, Pisa, 1990. [2] Recupero Rocca di Ripafratta: ecco la lettera della Cassa di Risparmio - LaVocedelSerchio.it . [3] Sito ufficiale “Salviamo la Rocca di Ripafratta” . [4] La Fondazione Pisa interessata alla Rocca, Ora serve il progetto - Il Tirreno Pisa . [5] Il Consiglio Comunale sostiene all'unanimità “Salviamo la Rocca” e il sindaco annuncia importanti passi avanti - blog associazione “Salviamo La Rocca” .

Ed ora si sono registrati atti vandalici all' interno della Rocca, fatti gravissimi che dovrebbero indurre l' amministrazione comunale Sangiulianese ad intervenire prontamente appellandosi a privati, Fondazioni munifiche, facoltosi imprenditori pisani, perche' si rischia di perdere per sempre un bene di altissimo valore storico architettonico, una vera risorsa per il turismo e l' economia del Lungomonte Pisano.
DR PROF BRUNO KERNER
DI REPUBBLICA IMPERIALE GERMANICA PISANA

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