LA BATTAGLIA DI SAINT-GILLES NEL 1165 TRA PISA E GENOVA.

<< [...] La flotta genovese risalì 

velocemente il fiume Rodano 

attraverso il suo braccio 

principale, passando da Arles, 

quindi, alla biforcazione del fiume, 

lo ridiscese prendendo il ‘petit 

bras’ (il braccio minore) che 

portava a Saint-Gilles, volendo 

giungervi di notte, per sfruttare il 

fattore sorpresa, ma si arenò con 

molti danni a scafi e remi . 

Finalmente, riusciti a disincagliarsi, 

i Genovesi giunsero, il 3 settembre, 

a Saint-Gilles dove, secondo Roncioni, 

vi si ancorarono nelle vicinanze 

<< due miglia lontani dall’armata dei Pisani, […] >> 

facendo sbarcare i marinai e soldati 

che avrebbero eretto un campo 

fortificato con steccati e bertesche 

sulla riva destra del Rodano (lato 

Saint-Gilles) presso le navi. 

I Pisani, intanto, venuti a sapere 

della situazione di Saint-Gilles e 

della disparità di forze in campo, 

31 galee  contro oltre 50, 

approntarono un’altra flotta di 

soccorso ammontante a venti galee, 

ma queste furono colpite, lungo il 

percorso, da una tempesta e 

dovettero tornare indietro, non 

prima d’aver assalito e bruciato, il 

7 settembre, Portofino e i dintorni. 

Il 13 settembre ci fu un altro 

tentativo della flotta pisana di 

soccorso di raggiungere quella 

ancorata a Saint-Gilles, ma fu 

tentativo di nuovo impedito da una 

tempesta. I Pisani capirono che con 

quelle condizioni metereologiche non 

potevano rischiare una flotta 

intera, perciò quando quest’ultima 

rientrò nel Porto pisano, furono 

scelte tre galee fortemente armate, 

“con ventitre cavalieri pisani” , 

posti sotto il comando del console 

Guidone Bella, che dovevano al più 

presto e ad ogni costo raggiungere 

la flotta pisana sulle rive del 

Rodano; ancora una volta i venti 

contrari spinsero questa ‘task 

force’ lontano dalla rotta, verso 

l’isola d’Elba, dove, però, ebbe 

modo di conquistare una grande e 

ricca nave genovese proveniente da 

Alessandria. 

Nel frattempo, a Saint-Gilles si 

stava svolgendo un intenso lavorio 

di consultazioni tra i Consoli di 

Saint-Gilles, l’Abate dell’abbazia  

ed i Genovesi che nel frattempo 

erano stati raggiunti da altre loro 

galee, sommando così la loro flotta 

a cinquantacinque navi; i primi 

supplicarono i Genovesi di non 

attaccare i Pisani che si erano 

posti sotto la loro protezione; i 

secondi risposero che essi dovevano 

consegnargli i Pisani o farli 

allontanare dal loro distretto per 

almeno sei miglia, ma insistettero 

invano, infatti, i Consoli di 

Saint-Gilles rifiutarono con dignità. 

Contemporaneamente a queste 

trattative, però, pare che i 

Genovesi riuscissero a comprare, al 

prezzo di 1.300 marchi d’argento , 

se non l’appoggio attivo almeno la 

neutralità  del conte Raimondo di 

Tolosa che si trovava allora a 

Beaucarie; poichè i Genovesi 

tardavano nel versamento del 

pattuito, il conte Raimondo parve 

ritirarsi dall’accordo, e si pose 

con le sue truppe in mezzo ai due 

campi rivali, il pisano ed il 

genovese; secondo Charles-Roux 

nell’intenzione, forse, di ottenere 

dai Genovesi il mantenimento del 

pattuito o addirittura un rilancio 

dell’offerta iniziale.

Ma lunedì 13 settembre i Pisani, 

dopo essere stati raggiunti, via 

terra, da alcuni reparti provenzali  

- forse partiti distaccandosi da 

quelle truppe che stavano assediando 

Nizza, istigata alla rivolta proprio 

dai genovesi - di sorpresa 

attaccarono il campo trincerato 

genovese che venne totalmente 

distrutto e bruciato . La battaglia 

si svolse crudamente ed i Genovesi 

subirono ingenti perdite sul terreno 

e molti di loro, nel tentativo di 

fuggire, perirono affogati nelle 

rapide del fiume Rodano. Quasi 

sicuramente i Tolosani e i 

Provenzali non presero parte allo 

scontro militare, probabilmente 

perchè le loro forze si equilibravano 

vicendevolmente, e si limitarono 

controllarsi a distanza senza intervenire 

direttamente rimanendo neutrali spettatori della 

sanguinosa battaglia che di lì a poco si sarebbe 

svolta tra le due forze antagoniste, la pisana e la 

genovese. Secondo Roncioni:

"non solo i Genovesi vi rimasero 

sconfitti, ma che vi perderono tutte 

le galere; e che, a persuasione del 

conte di Provenza (che era in favore 

dei Genovesi), e sopra le loro 

stesse galere, fu tra di loro fatta 

la pace; con questo, che i Genovesi 

se ne fossero potuti andare dovunque 

volevano: e che per questa 

amorevolezza, i Pisani ebbero dal 

detto conte di Provenza dimolti e 

ricchi doni." >>. 

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Cfr. M. CHIAVERINI, "La battaglia di 

Saint-Gilles nel 1165 tra Pisa e 

Genova. Le lotte di predominio, tra 

misteri ed intrighi, nella Francia 

meridionale dei secoli XI-XII, 

Pisa, MARICH, 2004 pp 110-116 e note infra.

Illustrazione: Tratta dall'op. cit.

MARIO CHIAVERINI

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