ADRIATICO XII SECOLO: I TENTATIVI DI ESPANSIONE PISANA IN UNA AREA FORTEMENTE CONTROLLATA DA VENEZIA.


 È relativamente più conosciuta la storia dell’espansione pisana sulle attuali coste della Siria, Libano, Israele ed Egitto rispetto a quella in Dalmazia, all’epoca considerata da Venezia propria zona di influenza. Fradelli nel suo lavoro studia i legami esistenti tra la ricerca dell’espansione pisana in Adriatico ed i tentativi di autonomia di alcune città adriatiche sottoposte a Venezia; l’autore infatti, considerando che il 28 marzo 1188 “essendo entrata nel porto di Zara una nave pisana, il comune pensò bene di proporre e di giurare ‘società e pace perpetua’ coi rappresentanti di quella repubblica”, propone giustamente la tesi secondo la quale dovevano essere intercorse tra le due città (anche se gli scarsi documenti non ne danno notizia) delle intese precedenti all’evento. 

In tal modo si giustifica il fatto:

"che il Comune di Zara proponesse e giurasse un patto così solenne, steso “per manum Blasi diaconi et Jodrensis notarii” con clausole così precise con dei cittadini pisani venuti per caso a Zara senza l’autorizzazione da parte del loro Comune di stringere dei trattati di alleanza. [...] Quello che interessava a Zara non potevano essere le franchigie commerciali, le esenzioni da dazi, ma bensì lo stringere un’alleanza con la potente Repubblica che in Levante e in Adriatico avrebbe potuto sostenerli contro Venezia [...] Il documento steso a Zara ed è diretto a Ubaldo, arcivescovo di Pisa al clero, ai consoli, al senato e a tutto il popolo pisano da parte dell’arcivescovo, del conte del re d’Ungheria, dei giudici dei tribuni e di tutto il popolo zarantino; e il trattato viene sancito col giuramento di cinque cittadini pisani e di cinque cittadini zarantini.”

Pertanto l’accordo, era “almeno nell’intenzione degli Zaratini una fratellanza d’armi.” Fradelli, dopo avere analizzato il documento studiato da Brunelli e le condizioni ivi riportate, ritiene di poter affermare che le concessioni offerte dalla città di Zara a Pisa furono amplissime, pur non avendo la prima, fuori dell’Adriatico e specialmente in Toscana, degli interessi da difendere e tanto meno speranze di poterne avere, a causa dello stretto controllo che subiva da Venezia. Inoltre Fradelli dichiara che, nonostante negli archivi di Zara non esistano documenti che attestino se Pisa avesse convalidato o meno il patto firmato dai suoi concittadini, è assolutamente arbitrario dedurre che questo non sia stato concesso, in quanto è noto come per quell’epoca “quasi tutti gli atti pubblici di Zara sono andati dispersi.”

La conferma indiretta che il patto doveva essere stato sanzionato, secondo Fradelli, viene dall’azione militare che Pisa intraprese nel 1195 spingendosi “sino nell’Adriatico superiore [per] ribellare a Venezia Pola.” La spedizione militare di Pisa può apparire fallimentare se si considera solo che Venezia riprese la città ai pisani fiancheggiati dagli zaratini, ma in effetti essa fu comunque positiva per i pisani in quanto i veneziani, per riconquistare Pola, richiamarono la flotta dei Dardanelli che inspiegabilmente “non potè o non volle muoversi. Venezia allora prudentemente fece pace con Pisa (1 settembre 1196) a condizioni favorevoli per questa.”  

La politica pisana in Adriatico spinse comunque la Repubblica di Venezia a contrattaccare, e il doge Dandolo riuscì forse in tale azione nel 1195, ma, poiché Pisa deteneva una considerevole influenza politica e commerciale nella Costantinopoli di Alessio III, ecco che il primo settembre 1196 Venezia preferì firmare una “Pace per 10 anni stipulata da Enrico Dandolo, doge di Venezia, con Uguzione vescovo, rappresentante dei Consoli e della città di Pisa.”

Sia Pisa che Venezia non facevano affidamento su quella pace, infatti, già nel 1199, nel basso Adriatico all’altezza di Brindisi, vi fu uno scontro navale tra le due Repubbliche, vinto da Venezia, che riuscì così a rompere il blocco navale messo in atto dai pisani, che incrociavano in quelle acque.

Con il temporaneo accordo del settembre 1196 Venezia riuscì comunque a togliere di mezzo un insidioso concorrente nella crociata che stava preparando contro Costantinopoli (che ebbe luogo nel 1204), impresa militare preparata quando Pisa e Genova da tempo si combattevano in Sicilia. [...]" >> 

TRATTO DA [prima ed. 1999]: 

-- M. CHIAVERINI, "Repubblica Imperiale Pisana. La vittoria navale su Genova nel 1241. Alcuni aspetti, antefatti vicini e lontani, misteri e coincidenze", MARICH, Pisa 2012 (sec. ed.) pp. 67-70

[I riferimenti bibliografici di tutte le citazioni si possono trovare nella suddetta opera storiografica]

ILLUSTRAZIONI:

Tratte liberamente da internet di cui una modificata.

MARIO CHIAVERINI

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