Il
cambiamento della situazione
atmosferica ha portato un lieve miglioramento della situazione
dell’inquinamento atmosferico in città.
Riportiamo di seguito i dati per le PM10 e le PM2.5 ricavati dai
bollettini giornalieri pubblicati dall’ARPAT, e rilevati nelle due centraline
presenti in città, quella dei Passi (fondo urbano) e quella in Piazza del
Rosso, tra lungarno Buozzi e via del Borghetto (da traffico):
Riportiamo anche i valori medi nel periodo per i due tipi di
particolato:
I numeri ci sembra che parlino da soli.
È importante sottolineare un aspetto. I limiti di legge per
entrambi i parametri non garantiscono la “salvaguardia della salute umana”,
tanto è vero che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato a tale
scopo dei limiti più restrittivi per tutti i parametri. Sono i limiti riportati
in rosso nelle figure precedenti e che sono stati ampiamente sforati per il
2020 già in questi primi giorni dell’anno.
Che i limiti di legge in vigore (i 35 superamenti di
50microgr/mc in un anno per capirci e semplificare) non siano sufficienti per
la salvaguardia della salute umana di fatto viene riconosciuto dalla stessa UE
nel momento che in documenti ufficiale afferma: “Air pollution contributes to
more than 400,000 premature deaths per year in the EU” [GUIDELINES for
Developing and Implementing a Sustainable Urban Mobility Plan (2nd Edition)
2019].
Questo vuol dire che un’Amministrazione che abbia a cuore la
salute dei suoi cittadini dovrebbe intervenire tempestivamente con
provvedimenti contingibili ed urgenti in casi di inquinamento acuto e mettere
in campo tutte le azioni per ridurre strutturalmente e drasticamente
l’inquinamento atmosferico.
E in effetti nella grande maggioranza dei comuni toscani i
Sindaci hanno emesso ordinanze che prevedono varie limitazioni sia per
l’accensione degli impianti di riscaldamento domestico alimentati a biomasse
sia l’utilizzo di legna da ardere, sia il blocco della circolazione stradale
per categorie di veicoli particolarmente inquinanti.
Non è qui la sede per disquisire se tali misure siano
sufficienti per essere efficaci.
La domanda è invece: come mai ad esempio il Comune di Cascina
ha emesso un’ordinanza del genere e il comune di Pisa no?
Forse che si possa sostenere ragionevolmente che l’aria per le
strade di Pisa è di qualità migliore di quella che respirano i cittadini della
città confinante?
Difficile anche credere in un anelito particolarmente ambientalista
dell’amministrazione cascinese.
Il fatto è che il Sindaco di Cascina ha ricevuto dall’ARPAT
comunicazione del raggiungimento dello Indice di criticità qualità dell’aria ICQA uguale a 2 e questo impone
l’emissione di ordinanza contingibile ed urgente in base al PAC (Piano di
Azione Comunale) contingibile, ordinanza che punti a limitare le emissioni
inquinanti.
L’ARPAT per assegnare alle varie Aree di Superamento lo ICQA
giornaliero prende in considerazione le misure delle concentrazioni medie del
PM10 e le previsioni atmosferiche emanate dal consorzio LAMMA.
Come mai il Sindaco di Pisa non ha ricevuto la stessa
comunicazione? E pensiamo sia così chè altrimenti sarebbe una grave omissione
in atti d’ufficio?
Per una bizzarria delle norme regionali il Comune di Pisa non è
stato tenuto a stilare un PAC contingibile (ma solo un PAC STRATEGICO che
sarebbe interessante leggere se fosse reperibile sul sito del Comune) e non
rientra in questo sistema di assegnazione giornaliera dell’ICQA, insieme
all’Area pisana che sarebbe costituita solo da Vecchiano, San Giuliano e Calci.
Cascina no, fa parte della “zona del cuoio” con stazione di fondo a Santa Croce.
Niente ICQA, niente PAC CONTINGIBILE, niente ordinanze.
ASSURDO MA È COSÌ.
Ricostruendo la nascita di questa assurdità si risale alla
Delibera della Giunta Regionale n. 1182 del 09/12/2015 che procede ad una
“nuova identificazione delle aree di superamento, dei Comuni soggetti
all’elaborazione dei PAC e delle situazioni di rischio di superamento”.
Le zone che rientrano sistema dei PAC contingibili i cui comuni
sono tenuti a predisporre gli interventi contingibili da attuare al
raggiungimento dello ICQA=2 sono solo quelle in cui le centraline nel periodo
che va dal 2010 al 2014 abbiano avuto almeno in un anno più di 35 superamenti
per il PM10, in una stazione di “fondo urbano”.
Pisa ha avuto 44 superamenti nel 2011 (35 nel 2012) ma nella
stazione di via del Borghetto, che è classificata “stazione urbana traffico”, e
non nella stazione di “fondo urbano” dei Passi, quindi non rientra nei criteri
“stabiliti”, quindi nessun obbligo al PAC contingibile, nessuna assegnazione di
ICQA, nessun obbligo a ordinanze contingibili.
La situazione è grave, ma non è seria!
Sembra una barzelletta ma è la realtà. A meno che siamo noi a
sbagliarci ma ne dubitiamo.
È chiaro che il tutto dipende dal fatto che si è collocata la
stazione di “fondo” in campagna. Da questa assurdità derivano assurdità a
cascata.
La Città
ecologica chiede che non si giochi con la salute dei cittadini pisani.
Che il Comune
decida di entrare nel sistema di avviso elaborando il PAC CONTINGIBILE, chieda
all’ARPAT di elaborare l’ICQA quotidiano anche per la città e, nel caso, si
emanino le ordinanza previste dal PAC.
Certo l’unica
soluzione reale è ridurre drasticamente l’inquinamento atmosferico, ma questo è
un altro discorso.
Pisa 14 gennaio 2020
Associazione “La Città ecologica”
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