Il Regolamento sul Garante delle persone anziane discusso con l’Usb

PISA – Venerdì 3 Maggio si è riunita la Seconda Commissione Consiliare Permanente del Comune di Pisa; l’argomento ad oggetto, richiesto dal Capogruppo Auletta, chiedeva l’audizione del sindacato USB, circa la prossima redazione del regolamento del Garante delle Persone Anziane. “L’argomento trattato durante la seduta di Commissione, è servito per fare una panoramica su ciò che sarà poi approfondito e discusso in II Commissione: dopo l’approvazione della bozza del testo del regolamento, che prevede l’istituzione della figura del “Garante delle Persone Anziane”, afferma il Presidente della Commissione, Rachele Compare. il testo verrà poi sottoposto al Consiglio Comunale per l’approvazione definitiva del Regolamento. La figura del Garante delle Persone Anziane, si affianca alle altre già istituite dalla nostra Amministrazione, come il Garante dei Detenuti e il Garante delle Persone con Disabilità, per questo, auspico che possa essere approvata velocemente ed accolta con favore da parte di

" PISANI DALLA MEMORIA CORTA " di Masssimo Rossi

Pisani dalla memoria corta.
Già dal 1946 al 1990 la città appariva sufficientemente martoriato tra socialisti e comunisti, ma il colpo di grazia l'ebbe dal 1994, quando al potere salì un certo Floriani, e successivamente le cose peggiorarono ancora con Fontanelli, per poi finire drammaticamente con Filippeschi; la triade rossa delle tre “F” fu devastante quanto un'apocalisse, pure con il consenso ripetuto degli stessi cittadini che, nella totale cecità si trovarono anche con la Giunta Commissariata per qualche mese.
Solo una parte più scaltra di cittadini optò per la fuga, infatti, da 98.928 abitanti del 1990 siamo giunti ai 90.300 residenti di oggi.
Da notare che nel 1981 Pisa superava le 100.000 unità, con tutti i benefici che ne derivano quando un comune supera le 100.000 anime.
Quindi il fronte progressista della sinistra, prima dell'ulivo poi democratico, ha portato anche allo spopolamento della città oltre ad aver procurato numerose, profonde e forse irrimediabili ferite, vogliamo citare quelle più eclatanti?
1. Parcheggio di Piazza Vittorio: un “buco” interrato trascinatosi per decenni di lavori, dispute e progetti ridimensionati per finire con un ammanco nelle casse comunali ancora oggi e la devastazione di piazza Vittorio Emanuele II.
2. Il “brucomela” o PisaMover, un trenino tirato da una corda tanto inutile quanto gli annessi e connessi, costatoci quasi 80milioni di euro della comunità europea, che avranno in debito come eredità anche i nostri pronipoti.
3. Il celebrato “incile” di Porta a Mare, che avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi della marineria pisana. portare benessere alla cantieristica ed all'intero quartiere. Tutto bloccato da dopo una delle tante “sforbiciate filippeschiane”; attualmente un fosso di acque putrescenti (da bonificare) scavalcate dal ponte girevole che sta per essere divorato dalla ruggine una seconda volta, la prima fu negli anni '80.
4. L'osannato “buonismo” sommato all'integrazione, fortemente voluto dalla sinistra tanto che il solito Filippeschi definì: “Pisa città dell'accoglienza”. Peccato che poi nella totale incapacità gestionale abbia portato solo degrado, malavitosità e proliferare dell'abusivismo.
5. La “straordinaria” liberalizzazione del commercio multietnico che ha reso le vie della città irriconoscibili. minimarket, bottegucce, kebab, money transfert; in certe zone sembra di essere nelle periferie più degradate di Abuja, Tunisi o Calcutta, così abbiamo perduto anche l'identità storica e culturale cittadina.
6. Che dire della mancata viabilità? In decenni non sono stati capaci di realizzare una tangenziale, una circonvallazione, dei sottopassi, delle utili rotatorie Aurelia-Cascine, Aurelia-Madonna dell'Acqua o San Piero, però in compenso abbiamo ancora tanti passaggi a livello.
7. E come non citare le scelte di grandi eventi culturali culturali che molti comuni ci invidiano, esempio la “canapisa”.
8. Per non parlare delle questioni recupero, restauro e riqualificazione; quelle mai iniziate (ma promesse), quelle mai terminate, quelle finite ma mai sfruttate o da riqualificare, vedi: Piazza Felice Cavallotti, gli Arsenali, Bastione Sangallo e qui mi fermo, anche se ci sarebbe tanto altro da citare per esempio il caso Aeroporto Galileo Galilei.
MASSIMO ROSSI

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