Si tratta di resti di un edificio termale romano, impropriamente detto a partire dall' epoca medievale come " Bagni di Nerone ", ritenendo le rovine parte di un fantomatico palazzo romano. L ' impianto originale del complesso risale agli ultimi decenni del I ° secolo d.C , all' epoca dell' imperatore Domiziano , come sembra suggerire la tecnica a opus victatum mixtum, con un paramento in filari variamente alternati di laterizi e blocchi di panchina. Nel secolo successivo il complesso subì un rifacimento, attestato da un' epigrafe ( CIL XI,1433 , conservata al Museo di San Matteo. ) che cita la potente famiglia senatoriale pisana dei Veruleii Aproniani, che ascesa al rango senatorio, grazie alla produzione di ceramiche di pregio che venivano prodotte dalle loro numerose fabbriche. In particolare Lucio Venuleio Aproniano Prisco , patrono della Colonia Pisana, console di Attidium, antica citta' romana presso Fabriano, nel 92 d.C costruì l' acquedotto di Caldaccoli e la conserva di Corliano, rivestendo poi numerose cariche pubbliche al tempo degli Antonini, permettendo così pubbliche elargizioni che erano consuetudine dei personaggi di rango senatoriale nel mondo romano.
Le Terme di Nerone , meglio dire della potente famiglia senatoriale degli Aproniani furono riportate in evidenza nel e restaurate nel XVI e XVII secolo per volere del granduca Cosimo III° de Medici. Scavi piu' moderni furono effettuati nel 1881 da Clemente Lupi. Nel 1938 furono abbattute alcune case intorno e fu liberata l' intera area che fu recintata per salvaguardare le antiche rovine. Terme sottoposte ad ulteriori restauri nel 1947 a cui sono seguiti quelli del 2007 e gli attuali che hanno riportato alla luce costruzioni di epoca medievale come gli uffici della Gabella, dove venivano riscossi i pedaggi da chi voleva entrare in citta'.
DR PROF BRUNO KERNER
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