Repubbliche Marinare: Comitato cittadino al lavoro per la 69esima edizione

Nei giorni scorsi la prima riunione operativa a Palazzo Gambacorti Si è tenuta nei giorni scorsi a Palazzo Gambacorti la prima seduta del rinnovato Comitato cittadino delle Repubbliche Marinare. All’ordine del giorno l’organizzazione della 69esima edizione dell’appuntamento e l’avvio del lavoro di programmazione delle attività per il mandato 2023-2028. L’assessore alle tradizioni della storia e dell'identità di Pisa ha fatto il punto sull’organizzazione dell’edizione del 2024 e sulle problematiche emerse in sede di Comitato generale in merito all’individuazione della data della manifestazione. Al momento l’appuntamento è previsto per il 14 settembre a Genova ma Venezia ha espresso delle perplessità su questa data perché nello stesso giorno è in programma anche la Regata di Burano. L’assessore allo sviluppo sportivo delle regate ha invece affrontato gli aspetti tecnico-sportivi dell’evento, illustrando le principali novità di quest’anno. Per la prima volta gli atleti possono utilizz

EMENDAMENTO DEL CONSIGLIERE COMUNALE LATROFA SULLA MOSCHEA

LATROFA PRESENTA UN EMENDAMENTO ALLA VARIANTE URBANISTICA DI MONITORAGGIO SULLA MOSCHEA A PISA

Il30 settembre 2014 scrivemmo il comunicato riportato qua sotto, che chiariva esattamente la nostra opinione in merito alla costruzione di una moschea a Pisa, ci fa sapere Raffaele Latrofa, capogruppo di Pisa nel Cuore in Consiglio ComunaleA distanza di oltre due annicontinua Latrofa il comunicato mantiene intatta la sua validità, anche se nel frattempo qualcosa è cambiato, per esempio laltezza prevista per il minareto. La recente raccolta di firmeper il referendum haulteriormente evidenziato il timore di molti cittadini (già da noi segnalato nel comunicatosuddetto) per la costruzione di una moschea nel quartiere di Porta a Lucca. In piena coerenzacon quanto detto in passatoovvero che avremmo votato contrari se avessimo avuto occasione di parteciparealladecisione che trasformò un terreno a destinazione fabbricativa in un terrenoa destinazione luogo di culto,abbiamo deciso di presentare, nei prossimi giorni, un emendamento alla variante urbanistica di monitoraggio, che avrebbe proprio l'effetto di tornare prima di quella votazione. Ovvero la richiesta che la destinazione urbanistica da luogo di culto tornasse ad avere la stessa identica destinazione antecedente alla variante del 2013. In tal modo, gli attualiproprietari del terreno non avrebbero un danno.
Latrofa fa notare che questo sarebbe un modo per rispettare i principi liberali che animanoPisa nel Cuoree, allo stesso tempo,perfornirgli finalmente loccasione di esporre nelle sedi istituzionali opportune (Consiglio Comunale eCommissione Consiliare di riferimento) lopinione, maipotuta esprimere ufficialmente, visto che allepoca non era ancora consigliere comunale,sulla variante urbanistica relativa alla moschea.


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Comunicato del 30 settembre 2014

Siamo ormai vicini alla costruzione della moschea, che il Comune di Pisa ha inserito in una variante urbanistica nell’aprile dell’anno scorso. A quel tempo Raffaele Latrofa non era ancora consigliere comunale. Votarono contro soltanto gli allora consiglieri Bedini, Buscemi, Luperini e Silvestri, ai quali va il nostro plauso.
L’edificio avrà una cupola e un minareto alto 25 metri e sorgerà nel quartiere residenziale di Porta a Lucca, tra via del Brennero e via Chiarugi. Come prevedibile, la notizia ha suscitato in città polemiche e prese di posizione, quasi tutte contrassegnate da entusiasmo a sinistra e recriminazioni a destra. Il Sindaco sostiene che gli abitanti di Porta a Lucca erano consenzienti: ci piacerebbe sapere quando sono stati consultati e in che modo.
Latrofa ritiene che chiudere gli occhi davanti alle preoccupazioni dei cittadini, come fanno certi esponenti della sinistra, sia profondamente sbagliato. I problemi ci sono, e non è mettendo la testa sotto la sabbia che si risolvono. Anzi, negandoli e inneggiando al multiculturalismo, si rischia di alimentare la demagogia e di sbarrare davvero la strada ai processi di comprensione e di corretta integrazione.
I cittadini pisani possono star sicuri che Latrofa appurerà e controllerà che non vengano impiegati soldi pubblici.
Ma, al di là di tutti gli aspetti amministrativi, sui quali ovviamente è opportuno che ci sia la massima trasparenza da parte dell’amministrazione comunale, ci preme fare alcune considerazioni più generali.
Ribadiamo il rispetto per tutte le fedi e auspichiamo che nessuno pensi a una guerra di religione, che, all’interno dell’Islam, rafforzerebbe le correnti radicali. Difendiamo il pieno diritto di tutti a seguire il proprio culto. Ci piacerebbe che questo principio, largamente applicato in Italia in ottemperanza alla nostra Costituzione, fosse riconosciuto anche in quei paesi dove per cristiani, yazidi, ebrei, e addirittura per i musulmani sciiti, ormai è molto difficile non solo praticare il culto, ma anche sopravvivere fisicamente. Da questo punto di vista ci aspettiamo che le comunità islamiche presenti nel nostro territorio si dissocino con chiarezza dall’Islam radicale e jihadista.
Purtroppo invece una delle preoccupazioni maggiori che emerge dall’opinione pubblica, anche pisana, è quella della predicazione violenta, che talora in Occidente viene fatta dentro le moschee, alimento e benzina per le cellule terroristiche che operano qui o si recano a combattere altrove. È evidente che si tratta di un problema enorme, aggravato dal fatto che la predicazione spesso non viene fatta in italiano. Su questo punto non potremo che stimolare il governo a intensificare i controlli, imponendo l’uso dell’italiano nella predicazione.
E ancora: nel concedere l’autorizzazione, da parte del Comune non si è valutata la localizzazione così vicina al Duomo, con un minareto che parrebbe messo lì a sfidare la Torre pendente, in contrasto con la struttura e la cultura della nostra città.
Non si è pensato che oltre tutto questa vicinanza, data la notorietà mondiale della Torre, con il gran numero di musulmani che verrebbero richiamati nella zona senza adeguate possibilità di controllo, aumenterebbe non poco il rischio di un attentato clamoroso: nel clima di sfida mortale che l’Islam radicale ha lanciato contro l’Occidente e la cristianità. Lo stesso vale per l’aeroporto e, sempre in zona, per il Camp Darby.

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