La seconda guerra mondiale colpì Pisa duramente. Il 31 agosto
1943 si abbatté sulla città un pesantissimo bombardamento americano. Furono colpiti in particolare la zona della stazione e di Porta a mare, quartieri che vennero praticamente rasi al suolo, ma anche parte dei quartieri di Porta nuova, Porta a Lucca e Porta fiorentina fino alla Cella; circa un quarto del territorio urbano venne danneggiato o distrutto.
I motivi che spinsero le autorità militari americane a un bombardamento così pesante furono di due ordini diversi. Innanzitutto si volevano colpire le infrastrutture di un importante nodo ferroviario che aveva nelle vicinanze diverse fabbriche riconvertite a scopi bellici tra le quali in particolare la
Piaggio che produceva motori per idrovolanti ma anche la
Saint Gobain e la Vis che producevano vetro; secondariamente si voleva dare un segnale forte al governo italiano in una fase cruciale delle trattative per l'armistizio che venne in effetti firmato appena tre giorni dopo.
Il bombardamento fu effettuato da 152 apparecchi tra Boeing B17 (
Fortezze Volanti) e
B 24 Liberator, decollati dalle coste africane con ordigni da 250 e 500 chili di cui alcune incatenate a due a due e legate a grappolo. Le difese antiaeree non furono in grado di opporre alcuna resistenza perché i velivoli americani operavano ad alta quota. Le prime bombe raggiunsero il suolo alle 13:01 e nell'arco di 10 minuti caddero circa 1100 ordigni per un totale di 408 tonnellate di esplosivo. I dati sottostimati della prefettura indicarono 952 vittime, 1000 feriti, 961 case crollate, 551 danneggiate e 952 sinistrate.
Sebbene sia stato di gran lunga il più massiccio, non si trattò tuttavia dell'unico bombardamento subito dalla città. Fino al momento della liberazione, avvenuta nell'estate del 1944, si contarono infatti ben 54 bombardamenti che, unitamente a mitragliamenti e colpi di cannone, portarono alla morte di 1738 civili (gli abitanti ancora presenti in città erano circa 40.000) di cui 175 per lo scoppio di mine. Sulle 142.245 abitazioni preesistenti ai bombardamenti ne andarono distrutte o gravemente danneggiate ben 54.045.
DR PROF BRUNO KERNER
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